venerdì 17 maggio 2013

QUANDO ALLA BILANCIA VA AGGIUNTA LA BIOIMPEDENZIOMETRIA

Il peso di per sé ha uno scarso valore diagnostico ma rappresenta l’espressione tangibile del “bilancio energetico” tra entrate e uscite caloriche; se adeguato è la cartina di tornasole di un buon accrescimento e di un’equilibrata assunzione energetica. L’andamento del peso è molto variabile perché è fisiologicamente soggetto a variazioni causate da numerosi fattori quali la ritenzione idrica, i fattori ormonali (in particolar modo per le donne), lo svuotamento intestinale che si traducono in piccole oscillazioni che non hanno significato d’incremento o di diminuzione ponderale. Dunque solo l’osservazione dell’andamento del peso in un periodo di almeno tre o quattro settimane sarà valida e attendibile. Non mi stanco mai nella mia attività ambulatoriale di ripetere ai miei pazienti “non pesatevi, lo farete con me ai controlli”. Questo perché pesarsi troppo frequentemente o confrontare il peso rilevato solo con quello della settimana precedente può trarre in inganno, generando facili entusiasmi o sconforto.

Il primo passo verso la stesura di un programma che sia di dimagrimento, o di controllo del peso o per migliorare le prestazioni atletiche, parte dalla conoscenza della composizione corporea. Costruire un programma di nutrizione non può essere uguale per tutti poiché ogni persona reagisce diversamente ad un uguale stimolo.

Ecco che entra sulla scena il più valido strumento per programmare e controllare il paziente: la B.I.A. (Bio Impedante Analyzer). Una delle prime applicazioni della bioimpedenziometria è stata a fini militari: negli anni '70 Nyboer analizzò le variazioni di idratazione a carico dei piloti ad alta quota e a seguito dell'esperienza conseguita fu prodotto il primo rilevatore di impedenza ad uso commerciale. La bioimpedenziometria trova oggi una vasta applicazione nell'ambito nutrizionale e sportivo: ad esempio consente di valutare la gravità di alcune situazioni come la disidratazione (mancanza di liquidi) o gli edemi (eccesso di liquidi), consente di differenziare nel corso di un dimagrimento la perdita di massa magra da quella di massa grassa. Inoltre permette di evidenziare eventuali carenze  nutrizionali, come la malnutrizione proteica, di distinguere una persona sottopeso da una magra, e ci dice se siamo grassi, muscolosi o gonfi.

Il nostro corpo è costituito da differenti tessuti, tra cui i muscoli, gli organi forniti da un parenchima (fegato, cuore…), acqua, ossa e tessuto adiposo. La riduzione di questi tessuti che spesso viene confusa con il dimagrimento porta a conseguenze diverse. La bioimpedenziometria permette di valutare la quantità dei diversi tessuti e soprattutto permette di calcolare la massa magra del nostro organismo. Questo è importante perché nel corso di un dimagrimento da restrizione calorica consente di differenziare la perdita di massa magra da quella di massa grassa e quindi permette di valutare quanto grasso c’è nel corpo prima di iniziare la terapia. Qualunque sia l’obiettivo, dimagrimento, aumento della massa muscolare, miglioramento della forma fisica in genere, è necessario sempre partire da misurazioni pratiche e ripetibili nel tempo. E l’analisi della composizione corporea deve essere in assoluto un passaggio obbligato per un programma nutrizionale con consapevolezza e professionalità. E’ lo strumento che io chiamo “la mia sfera di cristallo”.

Per info
Dott.ssa Maria Luisa Bacosi Cell. 333-9994351

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